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  • 1 week ago | repubblica.it | Eleonora Chioda

    Emma ha una laurea triennale in fisica all’University College London: è stata premiata come miglior studentessa del corso per due anni consecutivi. Il secondo anno si è classificata come migliore allieva dell’intera facoltà di ingegneria. «Non sono una secchiona, ma c’è una cosa che non sopporto: ed è perdere tempo». Il suo poster si intitola “Extending Bayesian Causal Forests for Longitudinal Data Analysis: A Case Study in Multiple Sclerosis”.

  • 1 week ago | laprovinciapavese.gelocal.it | Eleonora Chioda

    La chiamano “Scienza”. È il soprannome che le ha dato la sorella. A 25 anni, Emma Prévot ha appena ricevuto il premio Super Nova 2025, assegnato al miglior talento italiano under 25 tra gli 111 studenti selezionati nella lista Nova. Studia a Oxford, dove sta svolgendo un dottorato in statistica e sviluppa modelli di intelligenza artificiale applicati alla medicina.

  • 1 week ago | italian.tech | Eleonora Chioda

    La chiamano “Scienza”. È il soprannome che le ha dato la sorella. A 25 anni, Emma Prévot ha appena ricevuto il premio Super Nova 2025, assegnato al miglior talento italiano under 25 tra gli 111 studenti selezionati nella lista Nova. Studia a Oxford, dove sta svolgendo un dottorato in statistica e sviluppa modelli di intelligenza artificiale applicati alla medicina.

  • 1 week ago | lasentinella.gelocal.it | Eleonora Chioda

    La chiamano “Scienza”. È il soprannome che le ha dato la sorella. A 25 anni, Emma Prévot ha appena ricevuto il premio Super Nova 2025, assegnato al miglior talento italiano under 25 tra gli 111 studenti selezionati nella lista Nova. Studia a Oxford, dove sta svolgendo un dottorato in statistica e sviluppa modelli di intelligenza artificiale applicati alla medicina.

  • 2 weeks ago | italian.tech | Eleonora Chioda

    È entrata negli archivi degli ex manicomi. Ha attraversato chilometri di scaffali, guardato dentro scatoloni pieni di cartelle cliniche. E ha trovato un’infinità di lettere abbandonate. Lettere d’amore, messe lì insieme alla lista dei farmaci e a quella dei trattamenti psichiatrici. Grida d’aiuto, sogni e poesie che i malati scrivevano ai loro cari, figli, madri, padri, amici, conoscenti, ma anche al Papa, al Re: lettere che nessuno ha mai letto. Lei le ha riportate alla luce.