Francesco Colamartino

1 week ago | citywire.com | Francesco Colamartino

Mediobanca prende nettamente le distanze dall’ipotesi di una fusione con Banca Monte dei Paschi di Siena, evidenziando una lunga lista di criticità strategiche e operative che, a suo giudizio, renderebbero l’operazione fortemente rischiosa e priva di logica industriale.

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Lo scorso 27 aprile, il consiglio di amministrazione di Mediobanca ha dato il via libera all’offerta pubblica di scambio (Ops) su Banca Generali. Il progetto, ora in attesa del voto dell’assemblea degli azionisti convocata per il 16 giugno, prevede la creazione di un gruppo leader con oltre 210 miliardi di euro di total financial assets (Tfa) e una rete distributiva di circa 3.700 professionisti, posizionandosi come secondo operatore nazionale per masse gestite.

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Durante l’ultima convention tenutasi a Torino, Banca Mediolanum ha annunciato il lancio ufficiale del progetto “Mediolanum Grandi Patrimoni”, una nuova iniziativa dedicata alla clientela con patrimoni elevati (qui il link all’articolo).

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I grandi patrimoni sono al centro della Convention 2025 di Banca Mediolanum dal titolo “Perché”, in corso oggi a Torino all’lnalpi Arena. Dove i “perché” sono quelli che portano i risparmiatori a scegliere Banca Mediolanum e che vengono raccontati nel corso dell’evento davanti a 5.500 spettatori. Banca Mediolanum alza l’asticella nel private banking con il lancio di Mediolanum Grandi Patrimoni, presentato dal direttore commerciale Stefano Volpato durante la convention.

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Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, accoglie con favore l’Ops lanciata da Mediobanca su Banca Generali, definendola “una bella operazione”, coerente con il percorso intrapreso dalla banca di Piazzetta Cuccia nel rafforzamento del proprio posizionamento nel wealth management. Mentre sul fronte delle banche tradizionali che cercano di potenziare la consulenza finanziaria attraverso l’iscrizione all’albo Ocf dei bancari “affluent”, il manager si mostra più cauto.