
Giovanni Ansaldo
Editor at Internazionale
Redattore di @internazionale. Cultura, musica e column.
Articles
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4 days ago |
internazionale.it | Giovanni Ansaldo
Negli ultimi giorni in Italia c’è stato un dibattito sui cosiddetti finti sold out dei concerti. Tutto è cominciato dalla newsletter a pagamento Vale tutto di Selvaggia Lucarelli, uscita il 5 giugno. Lucarelli rivelava l’esistenza di link riservati presenti sul sito TicketOne che offrivano biglietti a dieci euro (invece che al prezzo ufficiale, dai 50 ai 65 euro) per i concerti di Elodie, Luchè, Gazelle e altri artisti in stadi come il Maradona o San Siro.
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1 week ago |
internazionale.it | Giovanni Ansaldo
Che St. Vincent avesse una forte personalità lo si era capito fin dall’inizio della sua carriera. Già nel 2011, nel suo secondo disco Strange mercy, cantava di non volere essere più una cheerleader, rifiutandosi di aderirea ideali femminili stabiliti da altri, anzi voleva essere lei a plasmare la sua immagine come preferiva.
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3 weeks ago |
internazionale.it | Giovanni Ansaldo
Nell’ultimo numero di Internazionale abbiamo pubblicato un articolo di Arwa Mahdawi intitolato Rompere il silenzio su Gaza. Nel pezzo Mahdawi si chiede: “Quando le generazioni future leggeranno di Gaza con orrore e si chiederanno come il mondo occidentale, forte della sua superiorità morale, del suo ordine basato sulle regole e della sua attenzione per il diritto umanitario, abbia permesso un genocidio in diretta, cosa direte?”. Questa domanda riguarda tutti, nessuno escluso.
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1 month ago |
internazionale.it | Giovanni Ansaldo
Il processo che vede imputato il rapper e produttore statunitense Sean “Diddy” Combs è cominciato nei primi giorni di maggio e sta attirando l’attenzione dei mezzi d’informazione statunitensi e internazionali, in particolare dopo la testimonianza della sua ex compagna, la cantante e modella Cassie Ventura. La donna ha raccontato in aula di essere stata stuprata, picchiata e psicologicamente manipolata da Combs durante la loro relazione durata più di dieci anni.
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1 month ago |
internazionale.it | Giovanni Ansaldo
Era il 1984. Negli Stati Uniti era uscito da poco Born in the U.S.A., forse il disco più famoso di Bruce Springsteen, e oltreoceano la “Springsteenmania” era in pieno svolgimento. Un brano, in particolare, stava spopolando, quello che dava il titolo all’album: Born in the U.S.A. Era un inno rock con un sintetizzatore in primo piano, una melodia orecchiabile e un ritornello che ricordava come il protagonista fosse “nato negli Stati Uniti”.
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