Matteo Cassol

1 week ago | mowmag.com | Matteo Cassol

Se la democrazia fosse un corpo, in questo momento starebbe guardando l’arma fumante ancora puntata ai propri genitali e si starebbe domandando, con un certo ritardo, se fosse proprio necessario arrivare fin lì. La tentazione dell’antifascismo burocratico – quello a colpi di comma, quello da toga e non solo da comizio, da talk show e da moderatore social – sta facendo più per le destre europee di quanto abbia mai fatto un qualunque leader politico di area.

2 weeks ago | mowmag.com | Matteo Cassol

Ogni primo maggio la politica si mette il costume di scena, accende la retorica e rispolvera le buone intenzioni, come in un San Valentino in cui si promette più sesso salvo poi tornare a russare per un anno intero. Mattarella ammonisce, Meloni annuncia, Schlein promette, i sindacati sfilano, i media fanno i civilmente impegnati: ma i salari restano da fame, il precariato è diventato rumore di fondo, le morti sul lavoro non si fermano, e la realtà è sempre la stessa.

2 weeks ago | mowmag.com | Matteo Cassol

Chiara Ferragni indossa la maglia dell’Inter e da lì, secondo molti commentatori social (e non solo), comincia la disfatta nerazzurra. Ma davvero basta una t-shirt per condannare una stagione? O il problema è altrove, nella fatica, nell’errore, nell’eterna necessità di trovare sempre un altro da incolpare? E se la sfiga non esistesse, ma gli sfigati sì?

3 weeks ago | mowmag.com | Matteo Cassol

Papa Francesco è morto, ma l’Italia mediatica (mentre quella normale è passata oltre, almeno a giudicare dagli ascolti tv e dai click sui pezzi online) sembra non volerlo lasciare andare: venti, venticinque pagine al giorno sui principali quotidiani, anche quattro giorni dopo (in aggiunta alle cinque poco comprensibili giornate di lutto nazionale). È memoria o messa in scena? Cordoglio collettivo o fiction postuma?

3 weeks ago | mowmag.com | Matteo Cassol

Il calcio italiano – culla della bestemmia in mondovisione – si ferma per la morte del Papa, falsando almeno in parte il campionato nel momento decisivo, ma aveva appena giocato a Pasqua dopo 47 anni, fregandosene (finalmente e giustamente?) della liturgia. Si sgambetta mentre risorge il Cristo, ma ci si inginocchia quando muore il Vicario (no, non il portiere del Tottenham e della nazionale, quell’altro vestito di bianco).