Teresa Bellemo

Secondo me in realtà è colpa di Mortimer e Randolph Duke. https://t.co/6mfhgNvIm5

In ufficio ormai siamo al tipico momento crampi durante i supplementari di una finale dei mondiali.

Ah, quindi dici che è per moda. https://t.co/EUta5mLpFp

Piove da morire. Che bellezza, anche se ero nel bel mezzo della cena di anniversario dei miei, ovviamente all’aperto.

Ci vorrebbe una feature Instagram che ti dice da quando è online la storia prima di aprire anche solo per caso il tondino, così da non incappare come una piccola fiammiferaia in un contenuto caricato 43 secondi prima. https://t.co/gh71NbEeE3

Su @RivistaStudio potete firmare la mia petizione per fermare le sponsorizzate resta in forma, ma soprattutto quelle sul pilates a muro. #mollateci https://t.co/y5Fh1BsxLe

Vicino una mia finestra una merla sta allevando 2 piccoli. Una storia di settimane che mi tiene compagnia, mi fa studiare i loro movimenti e il loro imparare a volare, i cinguettii quotidiani, la ricerca del cibo di lei e la loro attesa.Sono pronta per il mio documentario Netflix

Il problema non sarebbero nemmeno le cazzate più o meno preoccupanti che a turno sparano ogni giorno, ma piuttosto la sistematica pochezza dei personaggi che ogni giorno ci tocca scoprire grazie a queste cazzate.

Praticamente Taylor Swift fa uscire dischi con lo stesso ritmo con cui io twitto.

RT @EmmeBi: Per farla breve. Sabato il management #LaradelRey chiama e dice che vuole fare un paio di date in Europa tra Glastonbury e il s…

Ci piacerebbe uscire di casa in bicicletta sicuri di rientrarci con le nostre gambe. A Milano purtroppo non è così scontato. Ne ho scritto, piuttosto preoccupata, qui: https://t.co/KoJo7TDXHu

RT @EmmeBi: Qui @vedogente su @RivistaStudio su alcune piccole grandi verità sui festival, il tempo che passa, i nostri limiti e la vogli…

Amo che Roman Roy tra un elicottero e l’altro si lavi i denti con un sostenibile spazzolino di bambù.

Che bello vedere le persone che passeggiano da sole e sorridono.

Amo che le note su Instagram almeno dai miei following vengano usate come fondamentale strumento per dire dove sono o dove stanno andando, come se fossero Laura Pausini in tour. Vogliamo il diritto a non sapere.

Se sento un altro che mi dice che deve essere libero di essere sé stesso (ma chi te se fila) dal palco del concertone del primo maggio mi metto il pesto nelle orecchie.

Comunque non è che con ogni caso umano che nel suo anonimato o mezza celebrità dice una cagata dobbiamo portarlo virale e banchettarci per 72 ore. Qualcuno possiamo lasciarlo passare senza dire la nostra, ci sarebbero pure le tende da lavare, il cambio di stagione da fare. Essù.